Avendo scoperto l'infedeltà del marito, una donna minaccia di suicidarsi. Autore nel 1981 di un LA RIVIERE DE BOUE (presentato a Locarno) che si era fatto notare per il suo classicismo, Oguri si spinge molto più lontano in questo triangolo amoroso: l'estrema concisione, la costante semplificazione del film che tende ad escludere ogni elemento ornamentale, finisce con il concentrare sul gioco degli attori tutta la violenza del soggetto.
Impregnato del ricordo della Guerra, imbevuto di quell'americanismo che attira progressivamente la società giapponese del dopoguerra l'intrigo si concentra progressivamente sui due coniugi. Quando l'amante appare per affrontare la moglie, i giochi sono ormai fatti: l'itinerario del film non è ormai più quello classico del triangolo amoroso, ma quello della follia. Follia della moglie, follia amorosa del marito che sembra volerla accompagnare al dilà di quelle frontiere che si usano considerare "ragionevoli".
Un film discontinuo ma sicuramente straordinario nella sua volontà di spingere l'emozione e l'analisi ai limiti estremi.